Questo tragitto tendente al contrario
che, come vedi, posso organizzare
seguendo i tratti di un disegno arioso,
lascia dietro di sé, per questo mare
poco importante (ma non secondario),
tutti gli ingorghi a giungla da esplorare
del nostro sogno vano e millenario.
E a queste attese da pianificare
affido nuovi centri di esistenza:
mi cullo, mi modello, mi autonasco
nel nucleo stesso di una resistenza
che proteggo tenendomi nascosto,
e da cui posso, infine e con coscienza,
fare i saluti abbandonando il posto.
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0 Responses to “Vi ammannisco un merdoso sonetto”